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1) Dizion. 5° Ed. .
NUMERO.
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NUMERO.
Definiz: Sost. masc. Aggregato o Somma di più unità; ma si dice pure dell'Unità stessa, ed altresì di una Frazione qualunque dell'unità.
Dal lat. numerus. –
Esempio: Dant. Parad. 29: E se tu guardi quel che si rivela Per Daniel, vedrai che in sue migliaia Determinato numero si cela.
Esempio: E Dant. Conv. 172: Secondochè li savj d'Egitto hanno veduto..., mille ventidue corpora di stelle pongono (nel cielo stellato).... E in questo ha esso grandissima similitudine colla Fisica, se bene si guardano sottilmente questi tre numeri, cioè due, e venti, e mille: che ec.
Esempio: Gell. Lez. 243: Il numero non è altro che una multitudine d'unità adunate insieme.
Esempio: Varch. Ercol. 347: Questa parola numero è appo i Latini voce equivoca, perciocchè ella significa così il numero proprio.... come il metaforico.... Il numero proprio, cioè il novero, è.... di due ragioni.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 226: I numeri de' quali noi ci serviremo, sieno da loro scritti con lettere distesamente e non con caratteri da abbaco, acciocchè ci si faccino manco errori.
Esempio: Dant. E. Scienz. matem. 4: Il numero è uno aggregato di unità, del quale nove sono le cifere.
Esempio: Galil. Op. II, 391: Potremo tra due linee, o vero due numeri dati, trovare con gran facilità la linea o il numero medio proporzionale in questa maniera.
Esempio: Cavalier. Cent. Probl. 29: La semisomma di due numeri diseguali eccede il minore della semidifferenza; onde se sottrarremo il minore ec.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 108, 2: Il numero è la materia considerata dall'arimmetico o abbachista.
Esempio: Rosmin. Orig. Id. 2, 134: Qui sant'Agostino viene facendo un somigliante discorso circa le proprietà e le relazioni de' numeri tra loro, dimostrandocele eterne, e non dipendenti da alcuna cosa temporale.
Definiz: § I. E per Segno o Carattere rappresentativo dei numeri, Figura aritmetica, Cifra. E si chiamano Numeri arabici, o assolutam. Numeri, le Figure comunemente usate nell'aritmetica da noi e da molti altri popoli moderni, dette così, perchè venuteci per mezzo degli Arabi, che le presero dall'India; e Numeri romani, le Lettere che, a imitazione di loro, adoperiamo in certi casi a indicare le quantità, e più specialmente dei giorni e degli anni. –
Esempio: Abbac. P. Regol. 11: Se vuoli fare raccolte di svariati numeri, scrivi li numeri l'uno sotto l'altro, sicchè le figure venghino pari dalla mano diritta.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 174: Faceva quello effetto che noi con le note dell'abbaco aggiugnendo a' primi numeri un zero, o due, o tre..., facciam crescere le centinaia in migliaia.
Esempio: E Borgh. V. Disc. 2, 176: Tutte forse le nazioni hanno avute alcune proprie note e figure per li numeri, non gli volendo sempre distendere con tutte le sue lettere.
Esempio: Cresc. B. Naut. Medit. 330: Ed essendo tutti i suoi numeri di note latine o italiane (che dicono i compositori della stampa), il 25 è fatto in questo numero d'abbaco; perciocchè essendo nel calendario scritte tutte l'epatte con numeri latini e rossi in questa forma XXV, però rossi, vi è un altro simile 25 negro, il quale ec.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. Pref.: È stato di mestieri fare alcune postille a parte, accennate da' numeri romani posti a rincontro.
Esempio: Grand. Instit. Aritm. 1: Fu instituito che nel rappresentare i medesimi numeri si adoperassero questi dieci caratteri, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 0; de' quali i primi nove significano altrettante unità raccolte per ordine, e l'ultimo, cioè la cifra che per sè sola nulla significherebbe, serve però di riempimento per denotare in qual posto siano collocate le note significative che le precedono, augumentandone il valore secondo la progressione decupla.
Esempio: Legg. Band. C. 23, 76: Nel qual libro debbino i ministri suddetti delle porte notare e descrivere tutta la quantità delle libbre di stame appennecchiato in scritto, e non in numero, che detto stamaiolo porta fuori di città per far filare.
Esempio: Mann. Ist. Decam. 223: Tengo io che sia nato da qualche numero romano scambiato, del che ho molti esempj, cioè XXX, trascritto poscia XXXX.
Esempio: Giobert. Primat. 305: A lui (a Silvestro II papa) si dee (giusta un'opinione molto probabile) l'introduzione in Europa dei numeri arabici e del sistema decimale, e il primo concetto delle macchine a vapore.
Definiz: § II. Numero, nel senso sia di Aggregato di unità, sia di Cifra, riceve varj aggiunti che ne indicano la natura, la proprietà, il valore, e simili, e che si dichiarano ai loro luoghi, come numero Pari e Dispari o Caffo, Intero e Rotto, Semplice e Composto, Razionale e Irrazionale, Cubico, Quadrato, Primo, Astratto e Concreto, ovvero Numerante e Numerato, e, un tempo, Incomposto, Sano, Sordo, Abbondante, Diminutivo, Perfetto, Digito o Dito, Articolo, e simili. –
Esempio: Pallad. Agric. 123: Se l'arbore è inferma.... scalzar l'arbore da' piedi, e mettervi.... mele cotogne in numero caffo.
Esempio: Abbac. P. Regol. 14: Se vuoli multiplicare numero sano e rotto per uno numero sano e rotto, multiplica ec.
Esempio: Galig. Prat. Aritm. 3: Numero digito.... è meno di 10, e numero articolo.... contiene solo decine.
Esempio: E Galig. Prat. Aritm. 3 t.: Ne' numeri pari e spari è questa divisione, cioè o el numero è perfetto o abundante, o vero diminutivo.
Esempio: Varch. Tratt. Proporz. 5: Numero cubico.... è quello il qual si genera dalla multiplicazione doppia d'alcuno numero in se stesso.
Esempio: E Varch. Tratt. Proporz. 5 t.: Numeri primi ed incomposti si chiamano quelli i quali non hanno alcuna parte che li misuri o multiplichi se non l'unità dalla quale sono generati, come tre, cinque, sette, undici ec.
Esempio: E Varch. Lez. Verb. 2, 149: Bisogna avvertire che il numero è di due sorti: il primo si chiama numero numerante, cioè quello col quale annoveriamo, come 1. 2. 3. x. 20. e infiniti altri, nei quali diciamo il numero solo senza menzionare altra cosa nessuna. Il secondo si chiama numero numerato, ciò è esso numero insieme colla cosa annoverata, come 30 braccia di panno, e altri cotali infiniti.
Esempio: Bart. C. Misur. Dist. 126: Chiamansi numeri composti, ovvero mescolati, quando due figure o più si mettono insieme, come 12, 15, 30.
Esempio: E Bart. C. Misur. Dist. 130: Chiamansi ancora questi numeri semplici diti;... gli altri che dipendono da loro, aggiuntovi il zero,... non più diti, ma articoli si chiamano.
Esempio: Galil. Op. VII, 585: De i numeri.... concreti, non de gli astratti, parlavano i predetti filosofi.
Esempio: E Galil. Op. VIII, 83: Pigliate qualsivoglia numero quadrato per l'uno de' termini e per l'altro l'unità, sempre ci troverete un numero medio proporzionale.
Esempio: Alton. Sold. 3: Il numero abbondante è quello, che, raccolte le sue parti, fanno più del numero, come è il 16, il 18, il 24, e simili.
Esempio: E Alton. Sold. appr.: Il numero diminutivo è quello, che, raccolte le sue parti, fa manco del numero preso, come saria l'8, il 9, il 10, e simili.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 108, 2: Dividesi il numero appresso di esso (dell'aritmetico) in numero sano o intero, e numero rotto, il quale dagli arimmetici dicesi anche minuzia.
Esempio: Manfred. Elem. Geom. 48: Un numero il qual sia noto per qualche sua proprietà, che lo specifichi e lo distingua da tutti gli altri, ma che tuttavia non possa esprimersi con alcun numero finito di figure aritmetiche, chiamasi irrazionale o sordo.
Esempio: E Manfred. Elem. Geom. 67: Numeri quadrati si denominano tutti quelli che nascono dalla moltiplicazione d'un numero razionale per se stesso, come 1, 4, 9, 16, ec.
Esempio: Galian. B. Vitr. Comm. 96: Chiamano perfetto i matematici un numero, il quale si compone della somma de' suoi divisori: così è perfetto il sei, perchè sommati i suoi divisori fanno anche sei; i divisori del sei sono l'1, che lo divide in sei parti, il 2, che lo divide in tre, ed il 3, che lo divide in due: ed in fatti poi l'1, il 2, il 3, sommati insieme fanno appunto sei.
Esempio: Riccat. V. Dial. Forz. 78: Negli altri tempi susseguenti eguali scorrerà [il mobile] gli spazj 3, 5, 7 ec., progredendo secondo la serie de' numeri dispari.
Esempio: Agn. Inst. anal. 2, 907: Se le costanti a, f, saranno numeri razionali interi, rotti, affermativi, o negativi, la z sarà data algebraicamente per x.
Definiz: § III. Pure nel senso di Figura dei numeri o Cifra, usasi in modo assoluto a indicare Quella che specialmente si appone, con ordine progressivo, a cose, o serie o classi di cose, congeneri, come, ad esempio, alle porte delle case, a palchi e poltrone di teatri, a pagine o fogli o parti di volumi, a giornali, libri di biblioteche, quadri di gallerie, a casse o balle o altre cose da spedirsi, e va' discorrendo, a fine di accertarne, per uso privato o pubblico, la quantità, l'appartenenza, il grado, e simili. E si applica anche a persone costituite in speciali condizioni di aggregamento. –
Esempio: Rep. Fir. Lett. Istr. 133, 63 t.: Vogliamo.... gli consegniate ad ognuno quella porzione che vi hanno di beni, distinguendogli per numero, vocaboli e misura e termini e confini, in modo sempre se ne possa vedere la verità di detta consegna.
Esempio: Machiav. Art. Guerr. 258: A che gli antichi avevano tanta cura, che non che altro, avevano scritto nella celata il numero, chiamandoli primo, secondo, terzo, quarto, ec. E non erano ancora contenti a questo, che de' soldati ciascuno aveva scritto nello scudo il numero della fila, ed il numero del luogo che in quella fila gli toccava.
Esempio: Rondin. F. Relaz. 45: Abitava quivi (al Canto alla Briga), al numero 10, un muratore guasto della persona, detto il Rovinato.
Esempio: E Rondin. F. Relaz. 150: I primi semi cominciarono nella via de' Calderai al numero 3.
Esempio: Legg. Band. C. 18, 297: Fatto che averanno il pegno, potranno nel medesimo libro, a corrispondenza della partita in margine, notarvi il numero corrente del Campione con la lettera del presto dove sarà descritto il pegno.
Esempio: Not. Malm. 1, 330: Nel giuoco de' rulli si pigliano sedici, o più o meno, rocchetti di legno, ciascuno de' quali ha il suo numero, eccettochè uno.
Definiz: § IV. E per similit., detto delle carte semplici da giuoco, vale Unione di segni dei semi, dalla quale, come da cifre aritmetiche, si denominano. –
Esempio: Bern. Comm. Cap. Prim. 357: La pittura, non che altro, innamora gli animi dei riguardanti i gradi, numeri, i punti, i colori, le figure, ec.
Esempio: E Bern. Comm. Cap. Prim. 363: In questa gloriosa corte adunque, fra l'altre laudevoli usanze, fiorisce sommamente quella della Primiera: qui ha ella la libertà sua, la reputazione, il decoro, i numeri, le figure e le parti sue: qui non se gli toglie nè sette nè otto nè nove.
Definiz: § V. Pure in senso particolare, Ciascuna delle figure aritmetiche o cifre che servono al giuoco del lotto e altri giuochi consimili, o che sono segnate su le cartelle e su i biglietti delle lotterie; ed altresì la Cifra che, nel così detto Libro dei sogni, è assegnata a Ciascuno dei nomi di atti, cose, persone, professioni, e simili, ivi registrati, per uso di chi vuol giocare al lotto, ricavando i numeri da sogni, o accidenti occorsi. –
Esempio: Legg. Band. C. 24, 58: Delitto consumato.... sia, e s'intenda sempre, che sia seguita la consegna del pagherò, o viglietto, o altro riscontro del giuoco fatto,... benchè non fosse seguita l'estrazione de' nomi, o numeri, e ancorchè non fosse stato pagato il viglietto.
Esempio: Riccat. I. Op. 2, 177: Se per avventura nel lotto di Vinegia venissero estratti i cinque numeri 1, 2, 3, 4, 5 nel loro ordine naturale, ognuno farebbe le maraviglie.
Esempio: Giust. Vers. 40: Nel braccio ti dà La donna vicina, E dice: Berlina Che numero fa?
Esempio: E Giust. Vers. 226: Novanta ceci secchi sulla pianta Còrre,... E dall'uno giù giù fino al novanta Scriverci sopra i numeri del Lotto.
Esempio: Guadagn. Poes. 2, 145: Ogni numero, è ver, costa una crazia, Ma poi tre crazie più costano i versi.
Esempio: E Guadagn. Poes. 2, 146: Un numero però non si può prendere Senza prendere ancor la Poesia.
Esempio: E Guadagn. Poes. 2, 199: Il Trentaquattro – Oh! è il numero dei gobbi.
Definiz: § VI. E nel linguaggio commerciale, usasi a indicare la qualità scalata di generi, per lo più minuti, rispetto alla grossezza, altezza, o lunghezza. Così, ad esempio, diciamo:
Esempio: Esempio del Compilatore Cotone, o Refe, da cucire, Chiodi, Bullette, e simili, del numero 20, 10, 5, 3, e va' discorrendo.
Definiz: § VII. Pur figuratam., per Computo, Calcolo, aritmetico, e anche algebrico. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 46 t.: Li antichi filosofi, che sapeano arismetica e geometria, cioè iscienza di numero e di misura, poterono ben trovare la grandezza de' cerchi e de le stelle.
Esempio: Carell. Son. 12: Del numero son (io Arismetrica) arte e scienzia.
Esempio: Galil. Op. VII, 35: Che i Pittagorici avessero in somma stima la scienza de i numeri, e che Platone stesso ammirasse l'intelletto umano e lo stimasse partecipe di divinità solo per l'intender egli la natura de' numeri, io benissimo lo so.
Esempio: Mont. Poes. 2, 89: Lui che primiero dell'intatto Urano Co' numeri frenò la via segreta, Orian degli astri indagator sovrano.
Esempio: Giust. Vers. 165: Lo vedete? non c'è Cristi: Siamo nati computisti Per campar di numeri.
Esempio: E Giust. Vers. 228: Quell'armeggio di numeri venuto A risapersi nel paese, il Prete Per un gran cabalista era tenuto.
Esempio: E Giust. Vers. appr.: Avvezzi erano, in vita, I numeri a bollirgli nella testa.
Esempio: Giobert. Primat. 308: Sebbene le scuole della Magna Grecia, di Siracusa, di Atene e di Alessandria adattassero la scienza de' numeri ai moti celesti e terrestri, l'uso più esquisito del calcolo fu un trovato moderno.
Definiz: § VIII. Numero, si usa comunemente a denotare Quantità determinata o esatta, espressa o sottintesa, alla quale ascendono persone o cose, che si annoverino o si computino comecchessia. –
Esempio: Dant. Parad. 13: Chiese (Salomone) senno Acciocchè re suffïciente fosse; Non per saper lo numero in che enno Li motor di quassù.
Esempio: E Dant. Conv. 129: Avvegnachè detto sia essere dieci Cieli, secondo la stretta verità questo numero non li comprende tutti; chè ec.
Esempio: Vill. M. 516: Il duca di Borgogna, sentendo questa novità, e temendo di ribellione, mandò là di sua gente d'arme: e de' malfattori ne fece assai bandeggiare, e presone nel numero di CXX, per vendetta del misfatto, gli fece appendere per la gola.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 63: Già erano gli anni della fruttifera Incarnazione del Figliuolo di Dio al numero pervenuti di mille trecento quarant'otto, quando ec.
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 253: Filippo mio padre con compagnia d'alquanti più stretti nostri parenti in numero di circa venti, ed io insieme con loro giurai, e detto Ugolino Martelli mi promisse, sopraddetta Ginevra per mia donna nella chiesa ec.
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 2, 142: I vescovadi del regno di Francia, secondo la moderna computazione, sono numero centosei, computati arcivescovadi diciotto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 82: Gli uomini d'arme e gli arcieri a cavallo Di quarantadua mila numer fanno.
Esempio: Giannott. Op. 2, 36: I gentiluomini [di Venezia].... fanno uno numero che arriva.... d'intorno a tre milia.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 2, 12: Contenevansi nel campo regio intorno a 15 mila fanti e 4 mila cavalli; ma tutta gente consummata nell'armi, e da stimarsi molto più senza dubbio in riguardo della qualità, che del numero.
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 264: Non credo neppure che vi si attaccasse una polizza di cartapecora, nella quale si scrivesse il numero de' fiorini.
Esempio: Martin. T. V. Not.12, 85 Not.: Pugnasti (o Dio) contro di essi (degli Egiziani) in tal guisa, che, con mirabil proporzione e misura, il numero e il peso e la qualità dei gastighi corrispondesse al numero e peso e qualità dei peccati.
Esempio: Lastr. Agric. 5, 79: Dentro la qual confinazione sono comprese numero 7000 e più anime raccomandate a sette parrocchie.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 4, 110: Sarebbe l'assemblea (della Repubblica Cisalpina) composta dai membri attuali della consulta legislativa..., dei notabili dei dipartimenti, delle camere di commercio. Sommò il numero a quattrocento cinquanta.
Definiz: § IX. E per Quantità prefissa, prescritta, assegnata, Misura di numero stabilita, parlandosi specialmente di ordine o serie di cose qualsiansi, di ceto o classe o collegio di persone, e simili; spesso in proposizione negativa. –
Esempio: Dant. Conv. 177: Di costei (della Scienza divina) dice Salomone: Sessanta sono le regine, e ottanta l'amiche concubine; e delle ancelle adolescenti non è numero.
Esempio: S. Ag. C. D. 5, 259: All'onnipotente, sommo e sommamente buono Iddio.... non mancò certo il consiglio, per lo quale empiesse certo numero di cittadini della sua città.
Esempio: Vill. G. 782: Per osservare i patti a messer Mastino.... mandarono a Ferrara.... 50 stadichi...; de' quali 50 stadichi v'ebbe 7 cavalieri e 10 donzelli delle maggiori case di Firenze, e gli altri de' maggiori e più ricchi popolani e mercatanti della nostra città. E noi autore di questa opera.... fummo del detto collegio e numero per lo Sesto di porta San Piero.
Esempio: Benc. Pimandr. Mercur. 35: Certamente ogni ordine (di stelle) è determinato da' limiti del numero e del luogo.
Esempio: E Benc. Pimandr. Mercur. 36: Certamente.... egli è alcuno autore o signore di queste cose. Imperò che egli è impossibile conservare luogo, o numero, o misura, sanza virtù dello autore.
Esempio: Machiav. Pros. stor. pol. 2, 145: Della quantità delle distribuzioni dei gentiluomini e pensionarj non è numero.
Esempio: E Machiav. Pros. stor. pol. 2, 147: Cavalieri dell'ordine non hanno numero, perchè sono tanti quanti il re vuole.
Esempio: Giannott. Op. 1, 18: Il numero (del Consiglio grande in Firenze) era ottocento.
Esempio: E Machiav. Pros. stor. pol. 2, 78: Non aggiugnendo a quel numero, bisogna che 'l nominatore nomini un altro.
Esempio: E Machiav. Pros. stor. pol. 2, 87: Non potria essere che di quelli che si ballottano, non ne fusseno tanti approvati che facesseno il numero intero della Giunta?
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 368: Egli [Catone] voleva che chi pigliava moneta da lui per trafficare in mare, chiamasse più compagni infino al numero di cinquanta, e le navi fussero altrettante.
Esempio: Martin. T. V. 2, 36: Darete il solito numero di mattoni.
Definiz: § X. E parlandosi in particolare di corpo di milizia, o di gente armata, come compagnia, battaglione, reggimento, ec., denota la Quantità d'individui onde per istituzione si compone, o deve esser composto. –
Esempio: Giamb. Vegez. 41: I Romani usano di fare osti che s'appellano legioni, nelle quali tutte metteano sei migliaia d'uomini armati, e talora un maggior numero.
Esempio: Machiav. Art. Guerr. 247: Ogni nazione, nell'ordinare gli uomini suoi alla guerra, ha fatto nell'esercito suo.... un membro principale, il quale, se l'hanno variato con il nome, l'hanno poco variato col numero degli uomini, perchè tutti l'hanno composto di sei in ottomila uomini.
Esempio: E Machiav. Art. Guerr. 249: E benchè il numero degli uomini di ciascuna di esse (delle battaglie) non possa per sè fare forma d'un giusto esercito, nondimeno ec.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 76: Avevano le compagnie (dell'esercito di Carlo VIII) non solo i numeri interi, ma la gente fiorita, e bene in ordine di cavalli e d'armi.
Esempio: Legg. Band. Leop. 8, 58, 3: I commissari dovranno ogni mese fare la visita al quartiere di dette guardie per riscontrare se il numero delle guardie è completo, e se gli arnesi sono in ordine e ben conservati.
Esempio: Bott. Stor. Ital. 1, 101: Intanto in Piemonte si compivano i numeri delle compagnie, si ordinava la milizia, ec.
Definiz: § XI. E detto di congregazioni o corpi di persone deliberanti, come Assemblee, Magistrati, Accademie, Collegi elettorali, e simili, denota la Quantità minima di presenti, prescritta da legge o statuto, per la validità degli atti e deliberazioni di essi, e che perciò dicesi comunemente Numero legale, e un tempo Numero sufficiente o perfetto. –
Esempio: Rinucc. F. Ricord. 144: Avendosi a trarre i nuovi priori,... volendo dare principio alla tratta, si avvidono che non vi era il numero sufficiente de' Collegi.
Esempio: Varch. Stor. 1, 133: Che quanto prima si potesse,... si dovesse il Consiglio grande riaprire nel medesimo modo a punto e con quella stessa autorità che innanzi al millecinquecentododici si faceva; salvo che il numero sufficiente fussero, non mille, come allora, ma ottocento.
Esempio: E Varch. Stor. 1, 144: Il giorno del martedì.... si ragunò finalmente il Consiglio maggiore, e con tanta frequenza e sollecitudine, che alle diciotto ore v'era il numero.
Esempio: Giannott. Op. 1, 180: Per ciò mi piacerebbe che alla creazione de' magistrati non fusse necessario più un numero che un altro.
Esempio: E Giannott. Op. 2, 84: Dico, adunque, che quanto appartiene alla creazione de' magistrati, non si ricerca numero determinato. Ben è vero che rade volte avviene che la sala (del Gran Consiglio) non sia piena.
Esempio: Legg. Band. C. 8, 351: E ciascuna volta saranno adunati tre, s'intenda esser numero perfetto, ed il partito s'intenda vinto per fave tre nere.
Definiz: § XII. Quindi figuratam., e con l'aggiunto numero Largo o numero Stretto, o simile, si usò per Assemblea, Adunanza, o Collegio, composto di quel novero di cittadini che l'aggiunto accennava, cioè o molti o pochi. –
Esempio: Guicc. Stor. 1, 128: Le deliberazioni importanti.... ricercando spesso prestezza, o segreto, non si possono nè consultare nè deliberare con la moltitudine, nè è necessario alla conservazione della libertà, che le cose tali si trattino in numeri molto larghi, perchè ec.
Esempio: Giannott. Op. 1, 197: È utile alla repubblica che i concetti di ciascuno siano intesi ne' numeri larghi, potendo massimamente quelli i quali ne' numeri piccoli non approvano tale parere, disfavorirlo pubblicamente nel Senato.
Definiz: § XIII. Numero, si usa comunemente anche a denotare Quantità indeterminata; detto così di persone, o di altri esseri, come di cose tanto materiali quanto morali o ideali, di atti, e simili. E se si parli di persone, o di cose, insieme adunate o raccolte, o che tali si considerino, equivale per lo più a Moltitudine, o a Copia. –
Esempio: Dant. Parad. 29: Questa natura (cioè gli angeli) sì oltre s'ingrada In numero, che mai non fu loquela, Nè concetto mortal, che tanto vada.
Esempio: Cas. Pros. 3, 367: E come le spese minute per lo continuare occultamente consumano lo avere, così questi leggieri peccati di nascosto guastano, col numero e colla moltitudine loro, la bella e buona creanza.
Esempio: Segn. B. Polit. volg. 345: Contuttociò se pure e' s'ha ancora a stimare la grandezza della città dal numero de' cittadini ella non si debbe stimare da ogni numero d'uomini.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 9, 64: Nella quale [tavola] fece un numero di figure che accompagnano Cristo alla morte, soldati, farisei, cavagli, donne, putti, ed i ladroni innanzi, col tenere ferma l'intenzione, come poteva essere ordinata una giustizia simile.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 4: Il quale non tanto per ricchezze, quanto per numero di figliuoli, fu il più potente re del Peloponneso.
Esempio: Lipp. Malm. 11, 56: A tal che i paesani sbigottiti, E dal disagio sconquassati e frolli (Oltre che a pochi il numero è ridotto), Cominciaron le gambe a tremar sotto.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 685: Si distese subito una scrittura a piè della quale si sottoscrissero tutti quegli che erano quivi presenti...; e le pratiche furono fatte con tal destrezza, che il numero delle firme andò in su assai.
Esempio: Adim. L. Pros. sacr. 192: Benchè io sorpreso dall'eccellenza e numero di quelle (delle virtù), disperi di poterne abbozzar taluna, non che tutte ritrarle compiutamente ec.
Esempio: Targ. Tratt. Fior. 263: Per dare una più compita istoria del fiorino di suggello, sarebbe necessario l'indicare il numero de i fiorini d'oro, che si mettevano in ciascheduna borsa.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 65: Non dal numero, ma dal sapore, I frutti acquistano pregio e valore.
Esempio: Piazz. Lez. astron. 1, 237: Più si aumenta la forza de' telescopj, il numero delle stelle sempre maggiormente cresce.
Esempio: Manz. Poes. 108: Te dalla rea progenie Degli oppressor discesa, Cui fu prodezza il numero, Cui fu ragion l'offesa, E dritto il sangue ec.
Definiz: § XIV. E nel medesimo senso, detto in particolare di gente armata, di corpo qualsiasi di milizie, di esercito. –
Esempio: Guicc. Stor. 1, 76: Formidabile (l'esercito di Carlo), oltre a questo (alle artiglierie) non per il numero, ma per il valore dei soldati.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 164: Ritrovato che i nimici erano più grossi che non si era inteso, s'andò ritirando onoratamente e ancorchè fusse caricato dalla furia e dal numero de' cavalli de' nemici molto più che ei non poteva sopportare.
Esempio: Car. Eneid. 9, 1081: E de' Troiani in tanto Tale un numero altronde vi concorse, Che prender zuffa e tener campo osaro.
Esempio: Tass. Gerus. S. 1, 39: Ma guida quei di Poggio in guerra l'altro, Numero egual nè men ne l'arme scaltro.
Esempio: Serdon. Fatt. Arm. Rom. 169: Combattevan da ogni parte valorosamente, essendo uguali di numero, d'arme e d'animo.
Esempio: Bentiv. G. Guerr. Fiandr. 1, 132: Arrivatane la notizia al Norcherme, radunò egli con diligenza alcune bandiere di fanti, con qualche numero di cavalli.
Esempio: Segner. Guerr. Fiandr. volg. 491: Marciando ei dunque da Nuìs, prese primieramente per via Meurs e la sua ròcca, guardata dal luogotenente del conte Adolfo con cento venti soldati; quindi il castello d'Alpen, proveduto d'un numero quasi eguale di difensori, e poi ec.
Definiz: § XV. Altresì per Quantità indeterminata, Moltitudine, Copia, detto così di persone come di cose, si usa frequentemente con un aggiunto, che in qualche maniera ne specifica genericamente il grado, come numero Grande o numero Piccolo, numero Maggiore o numero Minore, numero Infinito, e simili. –
Esempio: Dant. Conv. 131: Pur per ragione veder si può in molto maggior numero essere le creature sopraddette (le angeliche), che non sono gli effetti che gli uomini possono intendere.
Esempio: E Dant. Conv. 284: E perocchè li desideratori di quello (del fine proprio della vita umana) sono in tanto numero, e gli appetiti sono quasi tutti singolarmente diversi.... malagevole fu molto a scemer quello dove ec.
Esempio: Vill. M. 430: Alessandro di Macedonia con piccolo numero di cavalieri.... vinse le 'nfinite forze di Dario.
Esempio: Ar. Orl. fur. 46, 70: A' danni lor di nuovo si ragiona Che più numer di gente apparecchiato Ha Costantino.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 271: V'avevano i Veneziani e il Duca di Milano molti cavalli e fanti, benchè assai più numero fossero quegli de' Veneziani.
Esempio: E Guicc. Stor. 4, 200: Avendo convenuto insieme che Antonio da Leva rimanesse alla difesa del Ducato di Milano con tutti i fanti tedeschi.... e con qualche numero di fanti italiani.
Esempio: Salv. Avvert. 1, 120: In somma i nuovi (vocaboli), che pur s'appigliano, son minor numero assai che i vecchi, che si tralasciano.
Esempio: Tass. Gerus. S. 18, 64: E in numero infinito anco son viste Catapulte, monton, gatti e baliste.
Esempio: Sassett. Fr. Notiz. 23: Questo scritto comincia a contare le famiglie del sesto d'oltrarno in buon numero, disegnando per la maggior parte il sito delle loro case.
Esempio: Bentiv. G. Nunz. 1, 262: L'inclinazione s'è convertita in ardore, ed ha fatto che subito sia stata fatta risoluzione dal Re e dal suo Consiglio, di far marciare.... verso l'Italia grosso numero di fanteria e di cavalleria.
Esempio: Lipp. Malm. 9, 26: Chi vidde in un pollaio, ove si trova Un numero di polli senza fine, Tra lor cascar qualche pollastra nuova, ec.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 147: Quest'opera è maravigliosa, non tanto per la ricchezza dell'invenzione..., quanto per la disposizione ammirabile d'un grandissimo numero di figure, tutte operanti.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 19: All'apparir dell'asino fiorito Vennergli intorno i cittadini a schiere; Corse di donne un numero infinito.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 323: I suoi compagni, che facevan la ronda intorno all'osteria, vennero in gran numero e lo liberarono.
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 253: Audouin, celebre naturalista, propose un altro mezzo, che riuscì efficacissimo a distruggere un gran numero di farfalle di codesta specie.
Definiz: § XVI. E detto in particolare di denari, vale quanto Somma; ma in tal senso non è di uso comune. –
Esempio: Adr. G. B. Lett. 36: Nel vendere la preda avendo tenuto poco conto di molte cose nobili, ed udendo dire che Attalo re l'aveva incantata un gran numero di denari, maravigliandosi del pregio, ed estimando ec.
Esempio: Segner. Pred. 13: Però se un agricoltore arrischia molte moggia di grano nella sementa, e se un banchiere avventura qualche numero di danaro ne' cambj..., ciascuno il fa, perchè molto più è quello che spera, che non è quello che arrischia.
Definiz: § XVII. E per Drappello, Schiera, Compagnia, Classe, o simile, detto di persone che sieno, o che s'immaginino, congiunte insieme da ragione di fini, di azioni, di qualità, di condizioni, e simili; usato più spesso nella locuzione Essere del numero. –
Esempio: Petr. Rim. F. 346: Vergine saggia, e del bel numero una De le beate vergini prudenti, Anzi la prima, e con più chiara lampa; ec.
Esempio: Pucc. A. Rim. V. 84: Fate ch'io sia del numero di loro.
Esempio: Vespas. Vit. Uom. ill. 208: Èmmi paruto per le sua singulari virtù metterlo nel numero di questi uomini degni della sua età. Chi vorrà fare la vita sua, ci sono materie degne d'eterna memoria.
Esempio: Ar. Orl. fur. 41, 35: Portava in tanto il bel numero eletto Dei tre buon cavallier l'aura seconda.
Esempio: Salv. Infarin. sec. 92: Se tra gli uomini di conto intendeste il Pulci e 'l Boiardo, o se nel coloro numero gli riponeste, de' quali soggiugneste poscia così.
Esempio: Galil. Op. VII, 35: Io non voglio esser nel numero de' troppo curiosi de' misterj de' Pittagorici: ma ec.
Esempio: Mont. Poes. 1, 231: Salve, disse (l'Angelo), o spirto fortunato, Salve, sorella del bel numero una, Cui rimesso è dal Cielo ogni peccato.
Esempio: E Mont. Iliad. 3, 250: Io co' miei m'aggiunsi Lor collegato, e fui del numer uno Il dì che a pugna le virili Amazzoni Discesero.
Esempio: Giust. Vers. 113: Se togli un numero Di pochi onesti Che vanno e vengono Senza pretesti, ec.
Esempio: E Giust. Vers. 198: Vattene, figlio, del bel numer uno De' giovani posati e obbedïenti.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 322: Ier sera o stamattina che sia, ne sono stati agguantati molti; e subito s'è saputo che i capi saranno impiccati. Appena cominciò a spargersi questa voce, ognuno andava a casa per la più corta, per non arrischiare d'esser nel numero.
Definiz: § XVIII. E per similit. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 63: Quel (il cavallo) del guerrier pagan morì di corto, Ch'era, vivendo, in numero de' buoni.
Definiz: § XIX. E figuratam. –
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 303: Ora di queste qualità ve n'ha certe che son giovevoli a conservarne la vita: cotali sono il calore, il freddo, l'umido, il secco, o se altre meno palesi entrano in questo numero; certe ec.
Definiz: § XX. Detto di animali domestici, trovasi per Branco. –
Esempio: Ugurg. Eneid. 230: Poi che ebbe dette queste parole, el padre elegge cavalli di tutto il suo numero.
Definiz: § XXI. Term. dei Grammatici. Quell'accidente dei nomi, dei pronomi, degli articoli, e dei tempi dei verbi, pel quale essi rappresentano o dinotano una persona o cosa, o più, oppure si riferiscono a una o a più persone o cose; onde si distingue in numero Singolare, o Del meno, e in numero Plurale, o Del più, e per alcune lingue, specialmente antiche, anche in numero Duale; i quali aggiunti o compimenti si dichiarano ai loro luoghi. –
Esempio: Bern. Orl. 9, 2: Non vo se non a pensare alle morti, (Parlo or così nel numero plurale, Volendo intender delle varie sorti, Con che quella inimica ognor ci assale) Che doverebbon farne pur accorti, Che ec.
Esempio: Bemb. Pros. 60: Si consideri.... quella voce.... come e per che via ella essere possa più vaga o nel numero del più o in quello del meno.
Esempio: E Bemb. Pros. 131: In vece di lui s'è preso a dire li, e le in vece di lei, nel.... terzo caso: e lo e la nel quarto altresì nel numero del meno. E così li e le in vece di loro nel quarto caso in quello del più.... e presolo e presela, e così le altre ec.
Esempio: Varch. Disc. Ling. 159: I Greci.... hanno,... non due numeri,... ma tre. Perchè oltra il singulare, ovvero numero del meno,... e il plurale, ovvero numero del più,... hanno ancora il duale, che significa due solamente.
Esempio: Salv. Avvert. 2, 39: Dico nel medesimo numero; perciocchè da quel dell'uno, che singolare è chiamato, a quel de' più, che si suol dire il plurale, ha pur varianza di caduta ne' nostri nomi e pronomi.
Esempio: Buomm. Ling. tosc. 118: Il numero, tra gli accidenti del nome, ha il primo luogo, perchè, subito che noi sentiam nominare una cosa, corriamo a considerare se quella cosa è una, o più.... Due sono adunque i numeri, singulare e plurale.
Esempio: E Buomm. Ling. tosc. 135: E nel numero duale de' Greci, il nominativo, l'accusativo e 'l vocativo hanno una voce sola tutte le declinazioni, non solo quanto al corpo delle voci, ma quanto alla quantità di tutte le sillabe.
Esempio: Pallav. Tratt. Stil. 63: Ella volgarizzando le parole latine che hanno la u nella sillaba terminante, suol cambiarla nell'o, assai più onorata e rotonda, mutando populus in popolo, manus in mano..., e così tutte in simili declinazioni o coniugazioni; e non meno facendo ciò nella prima persona del numero del più in tutti i tempi presenti come da amamus amiamo,... da tenemus teniamo, ec.
Esempio: Targ. Viagg. 2, 88: Il nome di questa illustre città in lingua latina comunemente si pronunzia in solo numero plurale, cioè Pisae, Pisarum; il famoso Iacopo Gronovio.... disse Pisa in singolare, e ne fu subito dai suoi emoli deriso.
Esempio: Zannon. Marm. Pozz. 27: In una poesia, ed anche in una prosa oratoria, potrebbe credersi usato il numero del più per quello del meno.
Esempio: Rosmin. Orig. Id. 1, 89: Essi (i nomi astratti) hanno una proprietà singolare che li distingue e parte da tutti gli altri nomi, la quale si è di non potersi usar mai in numero plurale.
Definiz: § XXII. Nell'Arte musicale, i Numeri servono a indicare le note, tanto per la loro durata relativa, quanto per la loro tensione o tuono che vogliasi dire, onde prendonsi, più che altro poeticam., per lo stesso che Note, cioè Suoni o Tuoni musicali. Quindi pure, Numeri armonici, o simili, si dicon Quelli che costituiscono le consonanze; e Numeri sonori, Quelli che nella dottrina matematica dei suoni sono adoperati a rappresentare i suoni e gl'intervalli proprj del sistema musicale. –
Esempio: Marchett. Lucrez. 354: E benchè questi (i pastorelli) appreso omai Abbiano il modo di suonar con arte, Osservando de' numeri concordi Le varie specie, essi però ec.
Esempio: Martin. G. B. Stor. Music. 2, 192: La musica, come subalterna dell'aritmetica e della geometria, prende il numero dall'una, e la linea dall'altra, servendosi per linea della corda sonora, e del numero per misurarla.
Esempio: Tomm. Poes. 67: Tra le armonie mestissime Di lui che da Catania Nuova di casti numeri Fece una vena uscir.
Definiz: § XXIII. E Numero, sia nella musica, sia in arti o esercizj che abbiano qualche rapporto con la musica, è detta Una certa proporzionalità sensibile fra il gagliardo e il languido, fra il veloce e il tardo; Ritmo, e poeticam. anche Armonia. –
Esempio: Segn. B. Poet. volg. 277: Parimente interviene nell'arti raccontate di sopra, che tutte, cioè, fanno l'imitazione e col numero, e col parlare, e con l'armonia. E con queste eose la fanno, o dispersè, o insieme; come avviene nell'arte de' suoni de' flauti e delle citare, o s'alcune altre se ne ritrovano, che abbino la medesima forza: siccome è nell'arte del sonare le zampogne. Queste, dico, tutte nel fare la loro imitazione usano l'armonia e il numero. E il numero dispersè senza l'armonia usa nell'imitazione tutta l'arte che è intorno a' balli o a' salti.
Esempio: E Segn. B. Poet. volg. 287: Il numero non è altro che armonia, non essendo egli altro che un andar con tempo breve, o lungo, e ordinatamente.
Esempio: Varch. Ercol. 349: Il ritmo, ovvero numero, è la proporzione del tempo d'un movimento al tempo d'un altro movimento, cioè di quella mora, o spazio, o indugio, o bada, che interviene tra un movimento e l'altro.
Esempio: E Varch. Ercol. 351: Sappiate dunque che i numeri, ovvero ritmi, si dividono principalmente in due maniere; perciocchè alcuni si truovano ne' movimenti soli disgiunti e scompagnati dall'armonia e alcuni ne' movimenti congiunti e accompagnati coll'armonia. I numeri, che si truovano ne' movimenti soli senza l'armonia, sono quelli che nascono da' movimenti ne' quali non intervenga nè suono nè voce, come nel ballare, nel far la moresca, nel rappresentare le forze d'Ercole, e in altri cotali.
Esempio: E Varch. Ercol. 352: I numeri che si truovano ne' movimenti insieme coll'armonia, si ritruovano o in suoni o in voci.
Esempio: Marchett. Lucrez. 97: Dalle palme percossi in suon terribile Tuonan timpani tesi e cavi cembali, E con rauco cantar corni minacciano, E la concava tibia in frigio numero Suona, e le menti altrui risveglia e stimola.
Esempio: Tomm. Diz. estet. 17: I numeri corporei appartengono a' moti visibili de' piedi e delle altre membra.
Definiz: § XXIV. E per similit. –
Esempio: Car. Eneid. 8, 702: Con le tanaglie e co' martelli, a tempo Fan concerto, armonia, numero e metro.
Esempio: E Car. Long. 5: Usciva dall'un canto del sasso medesimo una gran polla d'acqua che per certe rotture cadendo e mormorando, rendeva suono, al cui numero sembrava che battendo s'accomodasse l'attitudine di ciascuna ninfa.
Definiz: § XXV. E figuratam. –
Esempio: Tomm. Poes. 190: Ogni respir di zefiro, Ogni brillar dell'Iride, Tutto è misura e numero D'altissima ragion.
Definiz: § XXVI. E nel linguaggio dei Retori, denota Quella specie di armonia musicale che nasce dall'acconcia disposizione, nei versi, degli accenti e dei suoni, e, nella prosa, delle parole e delle clausole nel periodo, la quale aggiunge forza al concetto ed al sentimento, o lusinga piacevolmente l'orecchio. Distinguesi in Numero poetico e in Numero oratorio. –
Esempio: Dant. Conv. 270: Rima si può doppiamente considerare, cioè largamente e strettamente. Strettamente, s'intende per quella concordanza che nell'ultima e penultima sillaba far si suole: largamente, s'intende per tutto quello parlare che con numeri e tempo regolato in rimate consonanze cade.
Esempio: Bemb. Pros. 77: Ora a dire del numero passiamo, facitore ancora esso di queste parti in quanto per lui si può; che non è poco; il qual numero altro non è che il tempo, che alle sillabe si dà o lungo o brieve, ora per opera delle lettere che fanno le sillabe, ora per cagione de gli accenti, che si danno alle parole, e tale volta, e per l'un conto e per l'altro.
Esempio: Cavalcant. B. Retor. 276: Questa qualità del parlare (l'armonia), la quale noi andiamo cercando e tentando di dichiarare, è chiamata da i Greci con un nome, il quale noi secondo la lingua nostra declinando, diremo ritmo: i Latini numero e numero oratorio l'hanno nominata.
Esempio: Varch. Ercol. 355: Diverse materie, e diverse maniere di scrivere, ricercano diversi numeri; verbigrazia, non pure l'orazioni hanno diversi numeri dalla storia, ma nell'orazioni medesime, se sono in genere, giudiziale, debbono avere maggiori numeri che se fossero nel dimostrativo o nel deliberativo.
Esempio: E Varch. Ercol. 357: Come il numero poetico e oratorio nasce dal temperamento del veloce e del tardo, mediante la brevità e lunghezza delle sillabe, così l'armonia nasce dal temperamento dell'acuto e del grave, mediante l'alzamento e l'abbassamento degli accenti...; onde chiunche pronunzia o versi o prosa, genera necessariamente amendue queste cose, numero e armonia.
Esempio: Deput. Decam. 48: Non piacque al Boccaccio, diligentissimo osservatore e intendentissimo conoscitore del buon numero, o, a parlare a modo nostro, del buon suono.
Esempio: Piccolom. Instit. mor. 113: Non poco differente è il numero dalla composizione, conciosiacosa che il numero consista in un certo consumamento di tempo; con tal misura determinato, che l'orecchie de' giudiziosi, sentendo di clausola in clausola quasi un'armonia di parole ben cominciata e ben finita, grandissimo diletto prendono.
Esempio: Speron. Op. 1, 177: I versi hanno i lor piedi, loro armonia, lor numeri: le prose il loro flusso di orazione, le lor figure, e le loro eleganzie di parlare.
Esempio: E Speron. Op. 1, 232: La prosa vuole esser libera, onde il numero non le è legame ma compimento.
Esempio: Segn. P. Demetr. 22: Si vede chiaro in Tucidide, il quale ha quasi tutta la magnificenza dalla lunghezza del numero.
Esempio: Martin. G. B. Stor. Music. 2, 238: È differente il numero oratorio dal poetico in molti modi. Il poetico per tutto vien serbato: l'oratorio meno vien praticato nel mezzo, più nel principio, singolarmente nel fine. Il poetico è costante e simile a se stesso: l'oratorio convien sia vario e dissimile; talmente che conosciuta la di lui simiglianza, partorisce noia e dispregio e toglie tutta la fede all'orazione.
Esempio: Tomm. Diz. estet. 5: Bel parlatore.... con l'efficace pronunzia faceva sentire agli orecchi, allora esercitati, la soavità dei numeri latini e greci.
Definiz: § XXVII. Numero, si dice Ciascuna delle parti di un giornale, o di altra opera periodica, che si pubblica a fascicoli o fogli numerati. E Numero unico, si chiama Quel foglio o fascicolo che si pubblica una sola volta per qualche particolare occasione.
Definiz: § XXVIII. Aureo numero. –
V. Aureo, § III.
Definiz: § XXIX. Libro dei Numeri, e assolutam. I Numeri, è il titolo del quarto libro del Pentateuco, derivato dalla Vulgata che lo prese dalla versione greca dei Settanta; detto così, perchè contiene il novero dei maschi, superiori ai venti anni e atti alla guerra, di ognuna delle dodici tribù d'Israele. –
Esempio: Cavalc. Esp. Simb. 2,163: E nel libro delli Numeri si dice, che Dio mandò il fuoco dal Cielo contra molti, che mormoravano nel deserto.
Esempio: E Cavalc. Frutt. Ling. 125: E così per altri modi dandoci impedimento, come si mostra nel libro de' Numeri dell'Angelo, che impedì Balaam, che non andasse a maledire lo popolo di Dio.
Esempio: Varch. Lez. Pros. var. 1, 207: I Legali (i libri della legge del Vecchio Testamento) sono cinque a novero: il Genesi, l'Esodo, il Levitico, il libro de' Numeri, e il Deuteronomio...; e dal numero di cinque si chiamano Penteteuco.
Esempio: Baldell. F. Polid. Virg. 230: Come si legge ne' Numeri all'ottavo capo, e è stato da noi più addietro.... mostrato, non erano (i Leviti) ricevuti a servire nel Tabernacolo prima che fossero all'età di tanti anni arrivati.
Esempio: Martin. T. V. Pref. 3, 5: La traduzione de' LXX, e la nostra Volgata diedero a questo libro il nome di Libro de' Numeri, perchè egli comincia dall'enumerazione del popolo.
Definiz: § XXX. Numero uno, è maniera familiare che si usa a mo' di aggiunto così di persona come di cosa, e vale Che è di grande eccellenza; quasi Meritevole del primo grado, e perciò da segnarsi col numero 1. Dicesi anche Esser l'asso.
Definiz: § XXXI. Perle di numero, diconsi le Perle da vezzi, braccialetti, e simili gioielli, perfettamente agguagliate, rotonde, senza scabrosità o altri difetti nella superficie; e il contrario è Perle scaramazze. –
Esempio: Fag. Rim. 1, 337: Oh che perle di numero, oh che cresta, Oh che broccati!
Esempio: E Fag. Rim. 5, 162: Alla bocca bellissima Fan le labbra ridenti Due sponde di corallo, entro di cui Sono perle di numero e bei denti (qui per similit.).
Esempio: E Fag. Comm. 2, 270: Le reco in dono un vezzo di mille scudi di perle di numero, che non si può vedere la più bella cosa.
Esempio: E Fag. Comm. 7, 63: Un bel vezzo di perle Di numero è codesto.
Definiz: § XXXII. A numero, posto avverbialm., vale, conforme a proprietà latina, In numero determinato, Secondo la quantità assegnata, voluta, e simili; e spesso è unito con l'altra maniera A misura. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 46 t.: E se ciò è la veritade, che li cerchi de la terra e gli altri cerchi sieno compassati, dunque conviene elli, come per necessitade, ch'elli sieno fatti a numero ed a misura.
Esempio: Cronichett. Mannell. 3: Lesse (Daniele) la scrittura in questa forma: A peso, numero, e divisione. Poi distinse, e disse: Tu se' messo nelle bilance, ec.
Esempio: Segn. B. Stor. Fior. 31: Le ragioni erano che nel dargli i denari averebbe la città auto manco briga, manco spesa e manco querele; quando nel dargli le genti pagate.... si potessi avere qualche occasione di discordia e contesa con il generale, o che le genti non fussino a numero, o che le non fussino spedite, o di quella bontà quale si ricercassi.
Esempio: Giannott. Op. 2, 73: Voi diceste che 'n questi due cappelli si mettevano d'intorno mille cinquecento ballotte, non a numero, ma a vista, si come noi diciamo.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 384: Non poteva trafugarsi nulla in sì gran casa e ricca, andando ogni spesa ed ogni entrata a numero e misura.
Definiz: § XXXIII. Soggiunto a un adiettivo numerale, è lo stesso che Di numero, come oggi più comunemente si dice. –
Esempio: Varch. Stor. 2, 225: Morirono di quegli di dentro in questa zuffa quasi campale, dintorno a cento, e quaranzei a numero ne furono portati feriti a Santa Maria Nuova.
Definiz: § XXXIV. Di numero, posto avverbialm., e soggiunto a un adiettivo numerale, serve ad affermare che la quantità delle cose o persone, onde si discorre, è proprio quella da esso indicata, e vale Nè più nè meno, Precisamente, Per l'appunto.
Definiz: § XXXV. Di molti numeri, o Di pochi, numeri; è maniera aggiuntiva, di uso molto familiare, la quale si dice di persona, a denotare Che ha molto, o poco, valore, molto, o poco, ingegno e dottrina, o capacità, rispetto ad alcuna disciplina, arte, professione, e simili.
Definiz: § XXXVI. Di tutti i numeri; è pur maniera aggiuntiva, tolta dal latino, e detta di persona, e significa Valentissimo, Che ha tutte le parti o qualità richieste a conseguire la perfezione. –
Esempio: Lanz. Stor. pitt. 5, 96: Riuscì (il Domenichino) fra' condiscepoli il più esatto e più espressivo disegnatore, il coloritore più vero e di miglior impasto, il maestro più universale nelle teorie dell'arte, il pittore di tutti i numeri, in cui non trovò Mengs che desiderare se non qualche maggior grado di eleganza.
Definiz: § XXXVII. In numero, usato come aggiunto di Opera stampata, vale Di cui un editore ha, per conto altrui, il deposito, senza averne la proprietà.
Definiz: § XXXVIII. Oltre numero, posto avverbialm., trovasi per Molto sopra alla quantità ordinaria, Più di quello che si possa noverare. –
Esempio: Nov. ant. S. 106: Il Saladino, avendo mestiere di moneta, fue consigliato che cogliesse cagione ad uno ricco Iudeo ch'era in sua terra, e poi li togliesse il mobile suo ch'era grande oltre numero.
Definiz: § XXXIX. Senza numero, a mo' di aggiunto, vale Innumerevole. –
Esempio: Bibb. N. 5, 254: I mali senza numero mi circondorono.
Esempio: Bart. D. Op. mor. 1, 1, 16: Il numero senza numero delle stelle, che qui ci sembravano appena scintille, e colà son mondi di luce e niente meno che altrettanti soli.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 351: Un tal odio nasce altresì dal numero senza numero de' peccati, che si commettono in questo genere.
Esempio: Segn. A. Oraz. 1, 5, 122: Che dirà l'interessato amor proprio, quando ascolti il numero senza numero de' favori a noi fatti dall'eterno Amore?
Esempio: Martin. T. V. 11, 146: A una parola di Lui venne la locusta e il bruco, ed erano senza numero.
Definiz: § XL. Adempiere tutti i numeri di checchessia, e trovasi anche Empiere, tutti i numeri di checchessia, vale, conforme a proprietà latina, Adempierne tutte le parti. –
Esempio: Car. Lett. var. 149: Nostro Signore Dio vi consoli pienamente della educazione di cotesto nipotino, come io son certo che da voi non resterà d'empier tutti i numeri della diligenza per bene educarlo, inviandolo non tanto per la via delle belle lettere, quanto per quella de' buoni costumi.
Definiz: § XLI. Aver dei numeri, e Avere molti, o pochi, numeri; maniere familiari, che valgono Avere una persona sufficiente capacità, e Avere essa molta, o poca, capacità, in una disciplina, professione, arte, e simili.
Definiz: § XLII. Far numero, detto di persona, vale Accrescere, Aumentare, semplicemente il numero dei presenti, degl'intervenuti, a un'adunanza qualsiasi. –
Esempio: Not. Malm. 2, 533: Io non son qui solamente per far numero; ma devo dire ancor io il mio parere, quando occorra.
Definiz: § XLIII. E vale pure Accrescere, Aumentare, la moltitudine dei viventi, senza saper far nulla di buono, di bello, o di utile; e usasi per dispregio, parlando d'inetti, di oziosi, e simili. –
Esempio: Gell. Sport. Prol. 4 t.: Questi cotali (che biasimano per ignoranza) non servono al mondo se non per far numero ed ombra.
Esempio: Calzol. Stor. Monast. 369 t.: Pare oggi al mondo che i monaci (per esser ricchi e per non montare su i pergami a predicare) sieno uno inutile peso sopra la terra, e che non siano nati per altro che per far numero e consumare il pane.
Definiz: § XLIV. Non aver numero, vale Essere innumerevole. –
Esempio: Martin. T. V. 11, 137: In esso (nel mare) animali che non han numero.
Definiz: § XLV. Non cavarci un numero da una data persona, Non poterne cavare un numero da una data persona, Non riuscire a cavarci, o cavarne, un numero da una data persona, valgono proverbialm. Non esser possibile conoscere o indovinare il pensiero di essa circa a checchessia, venir con essa a qualche conclusione, trarne qualche costrutto, e simili.
Definiz: § XLVI. Non esser numero di checchessia, ed anche Non esser numero in checchessia, sono locuzioni bibliche che valgono Essere checchessia innumerevole. –
Esempio: Bibb. N. 4, 551: Tutto questo esercito fece (Oloferne) andare dinanzi con una grande e innumerabile moltitudine di cammelli, con.... armenti di buoi, greggie di pecore, delle quali non v'era numero.
Esempio: E Bibb. N. 4, 605: Quelli che vittoriosi tornorono in Betulia, tutte le loro (degli Assirj) cose che trovorono sì le pigliorono seco, sì che non era numero nelle pecore e giumenti e nell'altre cose mobili loro, sì che dal minimo persino al grande tutti furono ricchi della preda loro.
Definiz: § XLVII. Non far numero, vale Non far somma; e figuratam., detto di persone, vale Non costituire una quantità, classe, o simile, che abbia importanza. –
Esempio: Varch. Lett. 89: Nè è cotale oppenione rimasa se non in alcuni, i quali sono, e tanto pochi, che non fanno numero, e di sì picciola autorità, che non saranno gran fatto creduti.